La storia della Fiera di Amantea scende molto lontano nel tempo, tanto da essere oggetto di discussione. Taluni, come il compianto amico e storico Enzo Fera, che ne ha dato un ritratto intenso e moderno, la fanno risalire proprio al 1507, altri la fanno risalire a circa ventina di anni dopo. Lasciamo queste discussioni agli storici. Certo non appare difficile credere alla data piu’ antica sia perche’ Amantea era tanto importante al tempo da avere gia’ sin dal 1432 un mercato domenicale. Peraltro, al tempo erano ben poche le cittadine che potevano vantare una situazione socio economica simile ad Amantea ed ancora piu’ rare quelle che potevano vantare un porto adatto a ricevere e far partire le merci : proprio tali cindizioni crearono il successo di un evento commerciale che serviva anche le zone limitrofe dando luogo alla storica attrattivita’ commerciale della citta.
Ovviamente, non essendovi all’interno della citta’ del tempo spazi sufficienti alla fiera, essa si svolgeva fuori dalle mura, esattamente sulla collina del “Fossato”, cioe’ di fronte alla porta sud della citta’, detta di Paraporto. Chiunque abbia riferimento alla situazione di allora sa che in quei tempi la fiera poteva svolgersi solo sulle colline non essendoci ancora la attuale piana il cui territorio era totalmente invaso dalle acque del mare. Il luogo, poi, era facilmente raggiungibile dal sottostante porto sito nelle attuale area ancora denominata Calavecchia. Le Fiere, in quei tempi, erano eventi commerciali di estrema importanza, tanto da dover essere autorizzate dal Re, con suo decreto, e da essere affidate ad un mastro giurato che manteneva a sè tutti i poteri . la fiera per quanto consta fino a meta’ circa del 1700 si svolse nel mese di giugno ed aveva una durata di 10 giorni, poi, nel 1755, venne spostata ad ottobre, esattamente dal primo al 10 ottobre. Ecco perche’ si chiamava, e si chiama ancora oggi, “fiera di ottobre” e non “fiera dei morti”, come taluni, ignorandone le origini, la nominano. Successivamente, nel 1821, il luogo di svolgimento della fiera venne spostato dal “Fossato” a Piazza dei Cappuccini, sia perche’ nel frattempo il porto della Calavecchia si era insabbiato, sia perche’ si era cominciata a formare la attuale piana di Amantea ed in particolare la cosiddetta Taverna. Venne anche spostato in avanti il tempo di svolgimento, dalla seconda alla terza domenica di ottobre , e la sua durata venne limitata ad 8 giorni. Della attuale data di svolgimento non si conosce la origine . Nell’elenco camerale delle fiere, istituito nella prima metà del secolo scorso, la fiera di Amantea risulta svolgersi con inizio dal 27 ottobre con la fiera degli animali. La attuale fiera di ottobre, fino a qualche decennio addietro, veniva preceduta dalla fiera degli animali, che, un tempo, come le altre fiere amanteane, si svolgeva sulle spiagge o nelle aree dei torrenti, tra cui in particolare quello di Colongi . Tale evento commerciale scomparve definitivamente oltre un decennio addietro a causa del continuo manifestarsi di pandemie tra gli animali commercializzati e non essendo, nel frattempo, state create aree e condizioni igienico veterinarie accettabili. Al contrario la fiera dei prodotti si e’ man mano ampliata grazie alla meccanizzazione del commercio. L’area fieristica in questo ultimo cinquantennio, infatti, si e’ estesa fino a comprendere oltre Piazza Cappuccini e via Vittorio Emanuele, tutta Via Margherita, tutta Via Della Liberta’, tutta Piazza Mercato Vecchio, quasi tutta viale Trieste e talvolta, perfino, il Lungomare . Non solo ma è aumentato notevolmente il numero degli espositori, buona parte anche abusivi, e si e’ completata la gamma dei generi merceologici esitati : siamo passati dalla fiera delle coperte, dei panni e delle tele, delle stoviglie, delle cretaglie, dei vimini e dei mostaccioli degli anni 50 ad una fiera dell’abbigliamento e dei servizi. La Fiera di Amantea, come la stessa città, ha una buona nomea ed in tale occasione molti Amanteani emigrati ritornano, anche per la coincidente occasione della ricorrenza dei morti , tanto da potersi valutare in decine e decine di migliaia le presenze provenienti da fuori citta’. Peraltro, la fiera e’ semplicemente una delle espressioni della storica e grande Amantea commerciale. La Fiera negli ultimi decenni ha avuto al suo interno anche rilevanti eventi di forte valenza culturale, voluti dalle Amministrazioni comunali che hanno cosi’ voluto integrare la esclusiva valenza commerciale con elementi sociali e culturali. Tra tutti mi piace ricordarne alcune alle quali sono emotivamente più legato, quali la Fiera del Bric a brac che ho organizzato con Eugenio Bruni e che ha avuto uno straordinario successo, nonche’ le quattro estemporanee di pittura che mi hanno permesso di creare una importante pinacoteca di quasi 100 opere che e’ presente nelle sede del municipio, ed infine quella che ritengo la piu’ espressiva e straordinaria mostra fotografica che Amantea abbia avuto modo di vedere e che venne realizzata grazie a due giovani amici , Giacinto Cortese e .Tiziano Grillo, i quali con le loro macchine fotografiche, hanno “imprigionato l’anima della fiera “ espressa dai volti e dagli atteggiamenti istintivi e naturali della nostra gente e degli ambulanti e che presentata al pubblico nel dicembre successivo nel centro commerciale GEFA di via della Liberta’ ebbe migliaia e migliaia di visitatori. Mi auguro che questi eventi culturali possano continuare e possano anche ampliarsi ed ancora piu’ qualificarsi nel tempo, cosi’ che la fiera abbia di Amantea abbia anche costantemente una sua natura culturale oltre che sociale ed economica. Come dicevo la fiera e’ solo uno dei momenti della storica valenza commerciale di questo territorio. Intendo riferirmi ad un territorio, quele quello di Amantea e dintorni, che ha avuto nel commercio la sua storica massima espressione di valenza sociale ed economica. E’noto come questo territorio sia stata sede della antica Temesa omerica che gia’ tremila anni fa faceva scambi commerciali. Ma i commerci sono sempre stati l’anima di questa citta’ agevolati dal mare e dal porto Ma i commerci avvenivano anche quando il porto si insabbiò come recentemente abbiamo scoperto con lamino e storico Roberto Musì quando ci siamo recati a Napoli, che come noto conserva gran parte della storia della nostra citta’, alla ricerca di un antico testo edito agli inizi del 1800 e che abbiamo ora acquisito e che a breve sara’ offerto grazie alla amministrazione comunale e ad altri amici della storia e della citta’ alla conoscenza della comunita’ e della cultura in genere. In quella occasione abbiamo avuto la occasione di acquisire un documento risalente all’anno 1798 che elenca tutte le spedizioni che sono partite da Amantea per il resto della Italia di allora. Il documento che fra poco sara’ dato alla pubblica conoscenza ci ha letteralmente affascinato perche’ ci riporta ad un periodo in cui il vecchio porto era completamente insabbiato e si stava formando la attuale piana. Gli imbarchi cosi’ avvenivano all’incirca alla attuale altezza di Via Dogana e venivano registrati proprio dal “doganiere” del tempo don Vincenzo Mazziotti. Da tale ufficio la denominazione di Via (della) Dogana .In quell ’ anno abbiamo contato decine e decine di spedizioni, in particolare di castagne, olio, fichi. Tali merci venivano spedite sia per il regno di Napoli che per fuori Regno ( esportazioni) . Le navi erano talvolta di imprenditori locali e con marineria locale ma altre volte venivano dal luogo di spedizione, tra cui in particolare ricordiamo Napoli, Salerno, Messina, Palermo ,etc. Il testo offre la dimostrazione di una città che difende la sua produzione agricola e che lotta anche contro la natura pur positiva quale quella della formazione di una piana altamente produttiva ma comunque che insabbia il porto. Mi piace segnalare lo sforzo posto in essere quest’anno dall’assessore Pasquale Ruggiero che ha finalmente ottenuto la rifruizione del lungomare dove allocare gli ambulanti con i mezzi incompatibili con le strade di Amantea ed in particolare con le principali vie commerciali i cui negozi si vedevano mortificati dalla presenza degli ambulanti. E mi piace ancora segnalare il fatto che finalmente con maggiori superfici fruite appare possibile la attuale nuova organizzazione merceologica e la stessa pre assegnazione degli spazi cosi’ da permettere l’accesso degli ambulanti con facilità. Ma devo dire che mi piacerebbe che la fiera diventasse un evento ancora piu’ importante . Sogno da tempo un ente fiera che realizzi eventi ripetuti nell’anno, magari utilizzando strutture esistenti ed ancora inutilizzate . Mi riferisco Al capannone della ex BM filati che puo’ diventare la sede dell’ente fiera Citta’ di Amantea avendo da solo una superficie commerciale a tanto adatta che puo’ da solo creare circa 100 posti di lavoro stabili . Ma questo è il futuro e come e’ noto il futuro non e’ prevedibile ; noi,però, e questa e’ una vera e propria invocazione a chi di dovere, possiamo aiutarlo.
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